Fotovoltaico per aziende: come funziona il reverse charge?

Fotovoltaico per aziende: come funziona il reverse charge?

IVA agevolata, inversione contabile, reverse charge: tanti nomi diversi per indicare la stessa agevolazione fiscale dedicata alle aziende. Scopri di più nel nuovo articolo del blog. 

Le politiche di agevolazione fiscale costituiscono senza alcun dubbio un motore importante nella scelta degli investimenti aziendali, specialmente quando si tratta di energie rinnovabili. 

Infatti, dopo aver condotto un’indagine completa dei costi e dei benefici, aver valutato l’idoneità tecnica e le esigenze energetiche aziendali, la realizzazione di un impianto fotovoltaico aziendale passa solitamente per lo studio delle agevolazioni fiscali disponibili, come la legge Sabatini, il credito di imposta e la reverse charge (le trovi tutte elencate qui:“Fotovoltaico per aziende: quali sono gli incentivi ancora validi?”). 

Anche conosciuta come IVA agevolata o inversione contabile, la reverse charge è una delle agevolazioni più convenienti per tutte quelle aziende che desiderano installare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. 

Vediamo allora meglio di che cosa si tratta, come funziona nello specifico e quando è possibile usufruirne. 

Reverse charge: che cos’è?

Il reverse charge costituisce un’eccezione alla regola di riconoscimento dell’IVA all’erario.

In pratica si tratta di un meccanismo che prevede l’esonero del pagamento immediato dell’IVA da parte delle aziende, che potranno così ridurre l’investimento iniziale ed ammortizzarlo negli anni successivi all’acquisto. 

La fatturazione dell’IVA infatti, generalmente a carico di chi cede il bene, con il reverse charge diventa onere di chi lo riceve, e quindi di chi lo acquisisce: l’applicazione dell’imposta viene quindi effettuata su chi riceve la fattura, e non sul soggetto emittente. 

In questo caso, il cedente emetterà la fattura senza IVA, indicando sul documento stesso la dicitura “inversione contabile”, e sarà poi il destinatario ad avere l’obbligo di integrare l’IVA tramite un’autofattura, da registrare sia nel registro delle fatture emesse che in quello delle fatture ricevute. 

L’introduzione di questo meccanismo permette allo Stato di potenziare la lotta all’evasione e alla frode, perché il passaggio del riconoscimento dell’IVA all’acquirente evita, in particolari comparti, il rischio che il soggetto commissionato possa trattenere l’aliquota fiscale.

 Quali attività rientrano nel Reverse Charge per il settore energetico?

Per individuare quali sono le attività che rientrano nel meccanismo del reverse charge, è necessario fare riferimento all’art. 17 lett. a-ter del DPR 633/1972, nel quale si specifica che il meccanismo dell’inversione contabile è applicabile ai servizi di pulizia, demolizione, installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici

Nello stesso articolo del DPR 633/1972, viene specificato anche a quale tipologia di impianti può essere applicata l’IVA agevolata:

  • Impianti fotovoltaici a terra: di solito di dimensioni maggiori, sono soggetti all’applicazione del reverse charge solo se installati su terreni di proprietà dell’azienda e finalizzati ad un utilizzo interno. Se non sono funzionali all’impresa, non si potrà usufruire del reverse charge.
  • Impianti fotovoltaici sul tetto: sono soggetti all’applicazione del reverse charge solo se installati sui tetti degli edifici di proprietà dell’azienda e solo se finalizzati ad un utilizzo interno dell’energia prodotta.

Se desideri iniziare a produrre energia da fonti rinnovabili per la tua azienda, rivolgiti ad Alternativa Impianti

Contattaci cliccando qui oppure chiama il nostro numero verde gratuito 800 20 40 10 per fissare una consulenza

 

logo alternativa impianti