Negli ultimi anni il riscaldamento a pavimento è tornato di moda, andando a sostituire l’installazione di termosifoni nelle case di nuova costruzione e negli immobili oggetto di ristrutturazione.
Parliamo di un ritorno perché il riscaldamento a pavimento non è del tutto una novità: era in voga già in passato, tra gli anni ’50 e ’70. Ovviamente oggi questo sistema gode di tutte le migliorie tecnologiche che ne consentono un funzionamento molto più efficiente rispetto al passato.
Cosa si intende per riscaldamento a pavimento?
Questo tipo di impianti è anche detto “a pannelli radianti”, può essere elettrico o (più frequentemente) ad acqua e la sua caratteristica è quella di assicurare una distribuzione omogenea e ottimale del calore in tutte le stanze grazie all’irraggiamento da terra. Il riscaldamento a pavimento supera così il principale limite dei sistemi di riscaldamento tradizionali: la concentrazione del calore nelle zone più vicine alla fonte di emissione, ossia il termosifone.
Di conseguenza aumenta il benessere all’interno della casa, nessun ambiente escluso.
Quali elementi compongono un impianto di riscaldamento a pavimento?
Gli elementi che costituiscono un impianto di questo tipo sono:
- Tubazioni resistenti allo schiacciamento e alla corrosione, normalmente in polietilene o di materiali parzialmente di metallo e di plastica. Queste vengono posizionate sopra un pannello isolante a forma di serpentine che consenta un’occupazione uniforme dello spazio. Le tubazioni a circuito chiuso vengono impiegate nel caso di impianto ad acqua, mentre l’impianto elettrico usa resistenze elettriche.
- Pannello isolante di polistirolo sagomato o sughero che di solito presenta un disegno predefinito e degli incastri che facilitano la posa delle tubature.
- Foglio in PVC rigido per rendere il pannello più robusto ed impermeabile.
- Caldaia per portare l’acqua del sistema ad una temperaturatra i 30 e i 40°C.
- Collettori, cioè le valvole che permettono di regolare l’apertura e la chiusura del flusso d’acqua calda dalla caldaia alle tubazioni e viceversa.
- Massetto in calcestruzzo che funge da elemento riscaldante.
Terminato l’impianto, potrai scegliere il tipo di pavimento che preferisci.
Un impianto di questo tipo funziona con acqua a bassa temperatura (come abbiamo accennato tra i 30° e i 40°C) ed è ideale per essere integrato con pompe di calore, caldaie a condensazione e con qualunque tecnologia che sfrutti fonti energetiche rinnovabili.
L’efficienza di una pompa di calore migliora addirittura del 25% se abbinata ad un sistema radiante rispetto ad un impianto tradizionale. Questo vale sia in riscaldamento che in raffrescamento, dal momento che l’impianto radiante a pavimento, oltre ad essere un ottimo sistema di riscaldamento per l’inverno, può convertirsi anche in un impianto di raffrescamento in estate, semplicemente con l’immissione di acqua fredda (anche a15°-17°C) al posto di quella calda.
Con un unico sistema è dunque possibile ottenere il giusto comfort in tutte le stagioni.
Il risparmio.
Il riscaldamento a pavimento comporta anche un grande vantaggio economico ed ambientale. Infatti, sebbene i costi iniziali di acquisto siano superiori rispetto a quelli previsti per il sistema di riscaldamento classico, la spesa è ammortizzabile entro un arco di tempo limitato grazie al risparmio energetico anche del 25% all’anno rispetto a chi usa i termosifoni.
Un sistema radiante non può essere acceso e spento ad intermittenza, ma va tenuto acceso almeno per un giorno affinché riscaldi l’ambiente e resti in funzione una volta raggiunta la temperatura desiderata. Nonostante ciò, consente comunque risparmi energetici consistenti e pochi sprechi, data la necessità di riscaldare meno l’acqua.
Inoltre grazie agli incentivi fiscali previsti per tutti quegli interventi effettuati sulla propria abitazione e finalizzati alla riqualificazione energetica dell’edificio, chi realizza un impianto di riscaldamento a pavimento può godere della detrazione del 65%.
Per saperne di più sugli incentivi fiscali, leggi il nostro post: “Ecobonus e Comunicazione ENEA 2018. La guida di Alternativa Impianti”.