Verso il futuro del fotovoltaico: la proposta della Commissione Europea

Verso il futuro del fotovoltaico: la proposta della Commissione Europea

Crisi energetica: l’Europa corre ai ripari. Ecco tutti i dettagli del piano che accelera la transizione ecologica. 

Lo scorso maggio la Commissione Europea ha presentato REPowerEU, il piano di misure che ha come obiettivo principale quello di rendere il Vecchio Continente indipendente dai combustibili fossili provenienti da altri Paesi. 

REPowerEU rappresenta la risposta tempestiva dell’Europa per contrastare da un lato la grave crisi energetica, dall’altro l’emergenza climatica.

Infatti, il piano si propone non solo di diversificare le forniture di energia e aumentare i volumi di produzione e importazione di biometano e idrogeno rinnovabile, ma anche di creare una piattaforma europea congiunta per gli acquisti e lo stoccaggio comune di gas.

REPowerEU per diversificare l’approvvigionamento 

Uno dei punti chiave consiste nel trovare nuove fonti di approvvigionamento energetiche, aumentando le importazioni da altri paesi. 

Circa 50 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas naturale liquefatto possono arrivare da Stati Uniti, Qatar, Egitto e altri stati africani. Altri 10 miliardi di combustibile tradizionale dovrebbero invece giungere da Azerbaijan, Algeria e Norvegia.

Ma a fare la differenza per la diversificazione delle forniture sarà la EU Energy Platform, piattaforma di recente attivazione che consentirà di mettere in comune la domanda, coordinare le operazioni di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali per facilitare gli acquisti comuni di gas, Gnl e idrogeno. 

Tutto per impedire una concorrenza interna che, altrimenti, rallenterebbe il processo di diversificazione.

Espansione delle energie rinnovabili

Un altro punto importante del REPowerEU è rappresentato dalle misure per espandere e velocizzare l’adozione di fonti rinnovabili nella generazione di energia elettrica e il loro utilizzo nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti. 

Lo scopo è consentire all’Europa di raggiungere più in fretta l’indipendenza energetica, ma anche dare nuovo impulso alla transizione verde che nel tempo contribuirà ad abbassare i prezzi dell’energia.

Una strada che era già stata segnata dal cosiddetto Green Deal europeo, il programma di finanziamenti previsti per la transizione ecologica, adesso destinato a subire una brusca e decisa accelerata. 

Entro la fine del 2022 circa il 25% dell’energia elettrica prodotta potrebbe arrivare da fonte solare: servono quindi milioni di pannelli fotovoltaici, ma anche investimenti per aumentare la produzione di biogas, così come per le infrastrutture necessarie allo sfruttamento dell’idrogeno. 

La strategia dell’UE per l’energia solare punta infatti a raddoppiare la capacità fotovoltaica entro il 2025, installando 600 GW entro il 2030. Per farlo, sono due le misure studiate:

  • l’obbligo di copertura solare per edifici commerciali e pubblici a partire dal 2025 e per i nuovi edifici residenziali a partire dal 2029;
  • il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore, unito a misure per integrare l’energia geotermica e termosolare nei sistemi di teleriscaldamento e di riscaldamento collettivo. 

Inoltre, per quanto riguarda l’idrogeno, è stato definito l’obiettivo di 10 milioni di tonnellate annue prodotte internamente e altre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato entro il 2030, così da poter sostituire gas naturale, carbone e petrolio nei trasporti e nei settori industriali più complessi da “decarbonizzare”. 

Raddoppia anche l’obiettivo per il biometano, gas che si ottiene da scarti agricoli, che dovrebbe raggiungere i 35 miliardi di metri cubi annui entro il 2030. 

 

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