Secondo il rapporto annuale di IQAir sulla qualità dell’aria, l’Italia si trova esattamente a metà classifica, a fare da spartiacque tra gli stati più inquinati e quelli più virtuosi.
L’inquinamento atmosferico è con tutta probabilità la più grande minaccia per la salute globale del pianeta.
A determinarlo sono i circa 7 milioni di morti causati ogni anno da patologie come asma, cancro, malattie polmonari e cardiache, aggravate dalla pessima qualità dell’aria che attanaglia molti paesi del mondo.
Secondo le ultime statistiche, nel 2021 la morte di 40mila bambini di età inferiore ai 5 anni sarebbe direttamente collegata all’inquinamento atmosferico da PM2,5 (classificazione numerica data alle polveri sottili).
Ed è proprio sulle misurazioni di PM2,5 che si è focalizzato l’annuale World Air Quality Report, rapporto realizzato da IQAir, azienda svizzera di tecnologia per la qualità dell’aria, che ha aggregato e confrontato milioni di misurazioni di PM2,5 in tutto il mondo, per la precisione 6.475 città in 117 diversi paesi.
Qualità dell’aria: le indicazioni dell’OMS
Nel settembre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiornato le proprie linee guida globali sulla qualità dell’aria.
Preso atto del significativo impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute del pianeta e degli esseri umani, ha inevitabilmente abbassato la soglia tollerabile di concentrazione annuale di PM2,5 esattamente del 50%: da 10 µg/m³ a 5 µg/m³.
In molte aree del mondo con concentrazioni di inquinamento atmosferico estremamente elevate, il raggiungimento di questo nuovo livello non sarà un percorso rapido, anzi. Per questi casi sono stati infatti raccomandati obiettivi per fasi incrementali di 10, 15, 25 e 35 µg/m³, così da consentire, in regioni altamente inquinate, l’attuazione di piani di riduzione dell’inquinamento atmosferico in tempi sostenibili.
La classifica 2021
Nel 2021 il paese risultato più inquinato è il Bangladesh, con una concentrazione di 76,9 µg/m³; seconda piazza per il Chad (75,9), medaglia di bronzo per il Pakistan (66,8).
L’India, uno dei paesi notoriamente più inquinati, si trova appena fuori dal podio, al quinto posto (58,1), anticipato dal Tajikistan e seguito dall’Oman.
È curioso come il primo paese europeo, nell’ultima posizione della fascia “critica”, sia il piccolo Montenegro, con una concentrazione di 35,2 µg/m³.
Nei Balcani la situazione è assolutamente a rischio, visti i dati di Bosnia Erzegovina (27,8), Serbia (25,5) e Croazia (25,3).
Passando invece al fondo della graduatoria, dove stazionano i paesi più virtuosi, tolti piccoli paradisi come Nuova Caledonia, Isole Vergini e Porto Rico, troviamo Finlandia (5,5), Australia (5,7), Islanda (6,1) e Svezia (6,6).
E l’Italia?
Il nostro Paese si trova alla 67esima posizione di questa classifica, praticamente a metà dei 117 stati analizzati, con una concentrazione di 15,2 µg/m³.
Un risultato non del tutto negativo… ma sicuramente migliorabile.
Chiudendo con la classifica delle città, le più inquinate nel 2021 sono state Nuova Delhi, (India, con 85), Dhaka in Bangladesh (78,1) e N’Djamena nel Chad (77,6).
Roma si colloca al 77esimo posto con una concentrazione di PM2,5 pari a 11,1 µg/m³.
L’inquinamento atmosferico è un problema di tutti ed è evidente che sia necessario contrastarlo con ogni mezzo possibile.
Per questo passare alle energie rinnovabili è una scelta giusta e responsabile, che ognuno di noi dovrebbe fare nel proprio piccolo per muovere i primi passi verso un futuro migliore e sostenibile .
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