Nessun divieto di vendita o affitto per gli immobili a bassa efficienza.
Ecco come è cambiata la proposta sull’obbligo di rinnovo energetico della Commissione Europea.
Creare un mondo migliore e più sicuro per tutti sarà possibile solo facendo scelte compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e ormai è chiaro a tutti che l’Europa si sta muovendo per favorire la cooperazione internazionale in materia di sviluppo sostenibile.
Questo è positivo, ma nelle ultime settimane hanno fatto molto discutere le notizie circolate sul prossimo pacchetto energetico, che sono sembrate un attacco ai diritti dei proprietari di immobili agli occhi delle associazioni dei consumatori.
Infatti la Commissione Europea sta pensando di includere nella nuova direttiva sull’efficienza energetica alcune norme, e qualche giorno fa tra le proposte era comparso l’obbligo di rinnovo energetico prima della vendita per edifici e abitazioni.
In pratica la proposta sembrava quella di legare la vendita e l’affitto degli immobili a determinati standard energetici; nello specifico l’ipotesi era di bloccare la commercializzazione degli edifici in classe energetica G a partire dal 2030.
L’obbligo di rinnovo energetico, così come era stato formulato in prima battuta, rappresentava una norma difficilmente attuabile in un Paese come il nostro, o almeno non attuabile senza portare a un sensibile aumento dei prezzi degli immobili e alla conseguente paralisi del settore immobiliare, visto il gran numero di abitazioni a bassa efficienza presenti attualmente sul territorio nazionale.
Perciò, a fronte delle reazioni suscitate, la Commissione Europea ha aggiustato il tiro.
Nella sua nuova forma, la direttiva europea sulla classe energetica degli immobili non imporrà lo stop alla vendita e alla locazione di immobili che non sono stati ammodernati in efficienza.
Tuttavia si stabilisce per ciascuno Stato dell’Unione Europea l’obbligo di ammodernare dalla classe G (la più bassa) alla F il 15% del patrimonio edilizio.
Questo vuol dire che ogni Paese membro dovrà individuare il 15% del proprio patrimonio con le peggiori prestazioni energetiche e portarlo dalla classe G alla F entro:
- il 2027 per gli edifici non residenziali;
- il 2030 per gli edifici residenziali.
Inoltre sarà ancora possibile vendere o affittare le case in classe energetica G.
Perché gli immobili sono sempre al centro delle proposte in ottica sostenibile?
La casa e gli edifici in genere sono al centro della maggior parte dei provvedimenti pensati dall’Ue per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Questo accade perché gli edifici producono più di un terzo delle emissioni di CO2 dell’Ue, rappresentando addirittura il 40% del consumo energetico.
L’Italia è uno dei Paesi più impegnati nel rinnovamento energetico delle abitazioni private, tuttavia è anche il Paese che ha più bisogno di svecchiare il proprio patrimonio immobiliare, dato che in Italia circa un terzo degli edifici residenziali rientra in classe energetica G.
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